Arte Hotel Bregaglia

Sabato 7 giugno e domenica 8 giugno 2014

Presentazione del nuovo libro «Arte Hotel Bregaglia 2010-2013»

‹Wie war der Himmel blau›

«Wie war der Himmel blau

die Hoffnung weit! –

die Hoffnung floh

enttäuscht in Dunkelheit»

 

("Com’era azzurro il cielo

e grande la speranza! –

vinta, fuggì la speranza,

nel cielo nero!")

 

Il fotografo Gaudenz Signorell si immedesima nell’immaginazione di un ospite, che soggiorna permanentemente nella camera no. 33. La stanza da lui addobbata è una messa in scena di uno spazio legato a una precedente storia fittizia in una regione alpina. Il fascino del Piz Badile, che dalla finestra della camera 33 suscita una sensazione particolarmente raccapricciante, è determinante per l’ambiente interno che appare come quello di un romantico alpinista. Sulla parete dietro il letto c’è un’immagine ingrandita di un cristallo di neve ripresa dall’annuario del Club Alpino Svizzero, sopra è attaccata una libreria con volumi sulle Alpi e altre pubblicazioni del CAS, nonché una bottiglia di grappa e un cannocchiale. Fotografie di montagne, di un paesaggio virtuale, un ritratto e una veduta dalla tenda completano questa nota personale. Un paralume con un’immagine applicata su vetro adorna la camera oltre a fungere da oggetto luminoso. Sono elementi intimi e privati, che danno un assaggio frammentario e quindi misterioso di una storia sconosciuta. La citazione di Paul Verlein, la cui prima riga è trascritta sulla parete sopra l‘armadio, è in grado di suggerire un indirizzo di lettura triste o appesantito come pure di mettere le ali alla creatività e alla propria interpretazione.

Il quadretto della Madonna all’interno del cassone è saldamente ancorato nella nostra tradizionale consapevolezza, in questa messa in scena Maria va certamente recepita come patrona protettrice. La fotografia incorniciata con tracciato il percorso che conduce alla vetta del Badile come pure l’appunto annotato a mano indicano la prima scalata invernale della parete nord del Piz Badile avvenuta il 2 gennaio 1968 ad opera degli svizzeri Michel Darbellay, Camille Bournissen e Daniel Troillet in compagnia degli alpinisti italiani Paolo Armando, Gianni Calcagno e Alessandro Cogna.

Gaudenz Signorell permette di muoversi nella camera, che durante il periodo dell’esposizione sarà anche abitata così come pensato dall‘artista, di sentirsi un po‘ come un alpinista dei tempi passati, di percepire e sperimentare il mondo della montagna assieme al fascino che ne sprigiona e di sentirsi a proprio agio.